Museo del Vetro

Museo del Vetro

ROSSLYND PIGGOTT. Garden Fracture / Mirror in Vapour: part 2

Mostra

30 Settembre – 3 Dicembre 2017
Murano, Museo del Vetro, Spazio Conterie

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La Fondazione Musei Civici di Venezia presenta nell’ambito del programma MUVE Contemporaneo, promosso nelle diverse sedi museali in occasione della Biennale d’Arte, un altro prestigioso appuntamento al museo del Vetro di Murano: “Rosslynd Piggott. Garden Fracture / Mirror in vapour: part 2”, dal 30 settembre fino al 3 dicembre 2017presso l’affascinante Spazio Conterie, ambiente destinato alle grandi mostre temporanee, recuperato e inaugurato due anni fa in occasione del restyling e ampliamento che ha interessato il Museo.

La mostra – curata da Chiara Squarcina, Francesca Giubilei e Luca Berta – presenta l’articolato percorso artistico dell’australiana Rosslynd Piggott, che in trent’anni di lavoro ha affiancato alla pittura, l’esplorazione di un’ampia gamma di altre tecniche, compresa l’indagine sul vetro. Usando la pittura come nucleo di fondo della sua ricerca, Rosslynd Piggott si è avvicinata all’utilizzo di altri supporti in base alle diverse necessità espressive: vetro, specchio, tessuti, ma anche oggetti antichi e ritrovati, aria, profumo, metalli, carta e gioielli sono diventati i suoi mezzi di comunicazione.

I suoi primi lavori con il vetro risalgono al 1990 . Di quest’anno è l’opera “100 Glasses” – una poesia spazio-lineare, composta da 100 bicchieri disposti su di una lunga mensola, incisi con parole. La sequenza inizia con nomi di città lontane, storicamente e sentimentalmente pregnanti, “Roma”, “Egitto”, “Tebe”, “Venezia”. Vengono poi gli elementi, “sale”, “inchiostro”, i sostantivi, una data nel passato, una data futura, “Marcel” (Proust o Duchamp), “Virginia” (Woolf), seguiti dai nomi latini dei suoi fiori preferiti e, infine, da 14 bicchieri senza nessuna incisione che implicano l’apertura, lo spazio non finito. In questo primo lavoro, Rosslynd Piggott si sofferma sul potenziale metafisico del vetro.

Da quel momento il vetro ha continuato ad essere un materiale importante per la sua pratica, in particolare per le sue qualità paradossali: contiene e rivela al tempo stesso, è solido e fluido e ha la capacità di evocare un senso dello spazio multiplo . Per una pittrice quale Rosslynd Piggott, abituata a lavorare con velature sovrapposte di delicato colore semitrasparente, il vetro si offre come supporto coerente con il suo senso della materia.

Nel 2011, dopo varie sperimentazioni con il vetro prodotto in Australia, approda a Murano per la realizzazione di un nuovo progetto legato alle collezioni d’aria . In questa occasione realizza nove vasi con tappi caratterizzati da motivi floreali, contenenti una collezione d’aria, raccolta presso il famoso Giardino di Ninfa.

Tra il 2012 e 2016 inizia a lavorare regolarmente a Murano con il maestro incisore Maurizio Vidal dello studio Ongaro e Fuga. Questi suoi nuovi lavori sono spesso accompagnati da delicati disegni in cui lentamente la figura si dissolve, fino a sparire, nel bianco assoluto della cellulosa. I disegni su carta sono la continuazione o il prodromo delle nuove opere su vetro: lievissimi tratti di matita, quasi impercettibili, segnano la continuità con l’affilata rotella di pietra che incide 
delicatamente il vetro.

La scoperta dell’incisione su vetro e della maestria degli artigiani muranesi la porta a realizzare una serie di lavori composti da una stratificazione insolita e affascinante: lastre di vetro inciso con soggetti botanici, sovrapposte in più strati a piccoli intervalli, e uno specchio sul fondo . La presenza dello specchio come fondale ha la funzione di raddoppiare la stratificazione vegetale, conferendole un carattere quasi vertiginoso, ma anche quella di includere, seppur in maniera ambigua e deformata, il riflesso dell’osservatore nell’opera.
Lo specchio ha un ruolo di primaria importanza nel lavoro di Piggott, in particolare se la superficie è intaccata dal tempo, e l’ossidazione rende più misteriosa e oscura la riflessione. In Australia realizza numerosi specchi deformati, caratterizzati da superfici nebulose e quasi liquide.

Anche nelle opere della serie “Garden Fracture/Mirror in Vapour” si scruta attraverso le superfici rifrangenti e riflettenti che fanno rimbalzare lo sguardo, catturato da una miriade di lenti tondeggianti sovrapposte a rami spezzati di glicine, petali di ciliegio in caduta, fiori di peonia maturi: visione multipla e moltiplicata di un giardino caotico per staccarsi da sé.

Con questa mostra Rosslynd Piggott ribadisce l’indiscutibile valenza dell’eccellenza muranese, unica capace di tramutare l’idea dell’artista in opera d’arte . E’ a Murano che l’artista può sfidare la materia e realizzare l’impossibile: i lavori di Piggott catapultano l’osservatore in un mondo senza tempo, uno spazio per l’immaginazione e l’intangibile, per lo stupore e il piacere, dove tutto rinvia alla frattura tra il sé e il non-sé.

 

A cura di Chiara Squarcina, Francesca Giubilei, Luca Berta

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