Un secolo di perle veneziane e prestigiosi manufatti in vetro realizzati con la tecnica a lume da una delle più note e longeve vetrerie di Murano, la Ercole Moretti e F.lli, che quest’anno celebra il centesimo anniversario di attività. Tra queste, note realizzazioni, come la perla Rosetta, la più conosciuta al mondo, la perla Mosaico, o la Millefiori, fino alla straordinaria murrina, esposte, insieme a numerosi altri oggetti e lavorazioni in vetro, al primo piano del Museo del Vetro di Murano.
La delicata e raffinata declinazione del vetro nella produzione di perle costituisce un’incredibile e inaspettata forma creativa: ieri strumento di scambio, oggi espressione originale di un decoro tanto effimero quanto indispensabile. Già nel 1338 è documentata una spedizione in barile da Venezia di paternostri di vitro (grani di vetro per le corone del rosario). Le perle da canna o da avvolgimento sono ottenute utilizzando la materia prima precedentemente preparata nella lavorazione del vetro, la canna per l’appunto. Con l’invenzione della tecnica a lume la produzione di perle conosce un nuovo grande impulso; nasce così una nuova corporazione di mestiere, quella dei supialume (così chiamati perché, oltre alle perle, producevano anche oggetti vuoti all’interno perché soffiati a bocca) divenuta poi, nel 1672, “Arte dei Perleri”. Dopo questo sviluppo le perle veneziane conoscono una nuova straordinaria stagione tra la fine dell’Ottocento e gli anni Sessanta del Novecento, quando le perle “a lume”, le conterie e la perla Rosetta sono richieste soprattutto presso le colonie dell’Africa Occidentale, delle Americhe e in India, come preziosa materia di scambio (trade beads). Presso i nativi sono inoltre molto apprezzate per il valore “magico” e scaramantico a loro attribuito.
In questo clima euforico, nel 1911 – con la lavorazione della perla rosetta, “l’aristocratica” – inizia a Murano la sua attività la Ercole Moretti, fondata dai fratelli Ercole e Norberto Moretti, ai quali si aggiunge qualche tempo Iginio, il terzo fratello. Qualche anno più tardi, visto il successo della “Rosetta”, i Moretti avviano la produzione delle perle “Millefiori”, mentre nel 1922 e nel 1923, per due anni consecutivi, l’azienda vince il primo premio a un concorso indetto dall’Istituto per il Lavoro tra i fabbricanti di perle a lume. Ma, nel corso dei decenni, i Moretti non si sono limitati alle sole perle di tradizione veneziana. Nel 1930 presentano le collane fatte con perle “molate”, che sorprendono ancor oggi per la loro modernità. Successivamente allargano ancora di più il campo dei loro prodotti: nascono così i bottoni per camicetta e le cosiddette perle “false”, formate da un nucleo di vetro rivestito di vernici madreperlacee che imitano le perle vere, quelle dell’ostrica. La ditta è la prima in Italia a produrre questo tipo di ornamento, nel 1937, in seguito imitata da altri produttori veneziani. Successivamente, nel 1948, vengono eseguite in esclusiva le cannucce per bibita per i “Grandi Magazzini Duilio” di Firenze. Ma, mentre si producono queste novità, non vengono però trascurate le altre tipologie di perle veneziane: dal sommerso semplice a quello con l’oro e l’argento, dal fiorato a tutta una serie di perle di fantasia, fatte con l’avventurina e con le vette. Nel 1960 viene avviata la produzione delle imitazioni di pietre dure, soprattutto del turchese caramazze, che poteva ingannare chi non conoscesse alla perfezione gli originali. Anche altre pietre sono ben imitate: il quarzo rosa, la malachite, il topazio e l’ametista. Alcune risultano addirittura inventate, ma talmente verosimili da sembrare vere. Nel 1968 viene introdotta una “piccola grande invenzione”, quella delle cosiddette “murrine”, ottenute realizzando una complessa composizione all’interno di una sagoma di rame piatto, che avvia una moda viva ancor oggi. Pendenti grandi e piccoli, piatti e ciotole di murrina sono gli ultimi nati dalla eclettica fantasia dei Moretti, che in questi cento anni hanno utilizzato tecniche diverse utilizzando i materiali più disparati, tuttavia, proprio la lavorazione a murrina rappresenta a tutti gli effetti il loro vero “fiore all’occhiello”.