Creatività, maestria, esperienza secolare e il segreto vetrario di Murano trovano coniugazioni diverse nella produzione attuale dell’Isola, grazie anche allo stimolo che giunge dall’arte contemporanea, da giovani creativi e da designer internazionali che assieme ai Maestri vetrai sondano talvolta campi inesplorati, sviluppano percorsi assolutamente personali e danno voce, attraverso il vetro e le tecniche della tradizione, alle istanze più attuali dell’arte.
D’altra parte, anche nella produzione d’oggetti d’arredo, d’opere d’arte decorativa e nella rivisitazione di classici manufatti della tradizione lagunare, la mostra “Murano Oggi” offre una selezione d’altissimo livello e seduzione, che esalta l’utilizzo di tecniche antiche, di rara maestria e spesso di grande sforzo fisico, la cui padronanza e i cui segreti – con caparbietà – Murano continua a mantenere vivi e a trasmettere di generazione in generazione. I tre ambienti in cui si sviluppa a Palazzo Giustinian il percorso della mostra – che nasce con l’obiettivo di “fotografare” lo stato dell’arte muranese, proponendo il Museo non solo come custode e testimone del passato ma anche come strategico osservatorio del presente – danno dunque modo di destreggiarsi tra le diverse anime dell’attuale produzione muranese e tra i protagonisti – Maestri vetrai, designer, artisti – che qui si mescolano, molto spesso collaborano, più che mai si confrontano.
Dopo essere stati accolti in androne dalla composizione modulare di Dino Rosin Meteore 1a – 245 elementi in vetro cristallo e calcedonio, esecuzione a mano a puntello in vetro massiccio, molato e lucidato – il visitatore può dunque scegliere diverse direzioni, tra classico, contemporaneo e oseremo dire sperimentale.
Il giardino e sale d’entrata
Opere di: Stefano Dalla Valentina, Lilli Doriguzzi, Simona Favrin, Fabio Fornasier, Fedrica Marangoni, Nicola Moretti, Diego Rosi, Dino Rosin, Maria Grazia Rosin, Gianni Seguso, Cludio Tiozzo.
Nel giardino interno o nel porticato del Palazzo, sede dei Vescovi di Torcello dal 1689 al 1805, tra lapidi e antichi sarcofagi, hanno trovato posto alcune delle opere-installazioni proposte nell’esposizione: dai famosi neon di Federica Marangoni, che “dialogano” questa volta con la materia vetraria nelle “mani” protagoniste di People o nell’opera Italy Italy, alle bolle in vetro soffiato di Fabio Fornasier – molteplici, su lastre di metallo a formare un grande portale, o singola, enorme e impressionante – fino alle Danza Piatto di Lilli Doriguzzi: isole di vetro, affondate nel mare d’erba che ricorda la laguna.
E poi il Maestro Gianni Seguso, Claudio Tiozzo e Maria Grazia Rosin, quest’ultima con gli elementi sospesi della serie Gelatine LUX e con il lampadario Folpo composto da nove elementi – vetro soffiato a mano volante, colore opalina rosa, foglia d’oro e pasta corallo.
Quindi il contrasto tra lo scheletro ferroso della prua di una nave inabissata, gli squali e le colorate murene marine dal gusto volutamente kitsch, nell’opera di Stefano Dalla Valentina Wrek “squali a prua”, e lo straordinario connubio di ingegno e creatività, nell’imponente e ormai famoso mostro della laguna disegnato da Simona Favrin, con un’epidermide di squame di vetro realizzate a mano dal Maestro Nicola Moretti: un’impressionante creatura lunga oltre 6 metri che richiama l’antica leggenda del “mostro delle acque nere” di Punta della Dogana, esposta in occasione della 54esima Biennale di Venezia e in prestigiose sedi, tra cui, la Basilica Cisterna di Istanbul.