Al Museo Nazionale Archeologico di Altino viene offerta una vasta e variegata panoramica sui vetri murrini reperiti in scavi archeologici ad Altino e nel vasto territorio adriatico nord-orientale, corrispondente a larga parte dell’antica X Regio, Venetia et Histria, la quale vantava rapporti commerciali e culturali privilegiati con le coste orientali del Mediterraneo, la patria del vetro d’arte.
Si tratta di opere vetrarie, importate dall’Oriente o di probabile produzione locale, che testimoniano la raffinatezza e l’alto tenore di vita della Venetia romana oltre che l’interesse dei suoi abitanti per questa particolarissima tecnica e la loro propensione per il vetro intensamente colorato.
Particolarmente significativi e da segnalare sono i reperti provenienti da Aquileia, il centro più importante, nell’ambito della X Regio per la produzione vetraria romana dell’Alto Adriatico.
Il Museo del Vetro di Murano ospita invece vetri murrini prodotti a Murano dagli anni immediatamente precedenti la metà del XIX secolo a oggi. Il collegamento di queste più recenti esperienze vetrarie con quelle del mondo antico si fonda sul reale impegno dei vetrai muranesi dell’Ottocento di recuperare le tecniche vetrarie archeologiche, in primo luogo quella della murrina, basandosi sullo studio degli esemplari antichi. Se non è da escludere che già nel primo Rinascimento si fosse verificato un analogo fenomeno di recupero, stimolato dalla osservazione di modelli romani, il revival delle tecniche vetrarie romane, avvenuto a Venezia nella seconda metà del XIX secolo, è ampiamente documentato in tutti i suoi risvolti culturali.
Da quel momento in poi, la murrina divenne uno dei punti di forza delle vetrerie dell’isola lagunare, dove si realizzano ancora oggi pezzi di straordinaria modernità.
Dopo il primo successo internazionale riscosso alla Esposizione Universale di Parigi del 1878, tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX i vetrai di Murano svilupparono questa tecnica con esiti eccezionali. A partire dalla collezione esposta dai pittori Vittorio Zecchin e Teodoro Wolf-Ferrari alla Biennale del 1914, alcuni dei migliori vetri murrini muranesi vennero disegnati da artisti e designer noti a livello internazionale, come Carlo Scarpa. Anche i vetrai muranesi, Alfredo Barbini ad esempio, diedero un notevole contributo allo sviluppo di questo genere di creazioni. Il Museo Vetrario di Murano comprende nelle sue collezioni numerosi murrini ottocenteschi di straordinaria qualità, tra cui, per la produzione più recente, esemplari di Vittorio Zecchin, Teodoro Wolf-Ferrari, Umberto Bellotto. Per completare la rassegna, si è ricorsi anche a prestatori privati.
Infine, una sezione espositiva è dedicata ai vetri murrini contemporanei, realizzati da artisti o aziende muranesi appositamente per l’occasione. A mostra ultimata, tali opere potranno essere donate, a discrezione degli artefici, al Museo del Vetro di Murano.