Museo del Vetro

Museo del Vetro

RITROVARE IL MUSEO. La rinascita dalla seconda metà del XIX secolo. Antonio Salviati e Vincenzo Zanetti.

Progetto

“Ritrovare il Museo”: continuano le mostre sulla riscoperta e la valorizzazione di nuclei delle collezioni, normalmente non esposti al pubblico ma di particolare importanza e significato. Dopo l’esposizione dedicata ai poco noti vetri del primo Ottocento (1797-1859), periodo difficile della produzione muranese, è ora il turno della seconda parte del secolo, in cui si assiste a una straordinaria rinascita. Tre i fattori fondamentali che la determinano. Nel 1859 due vetrai, il muranese Lorenzo Radi e il milanese Macedonio Candiani, si rivolgono all’avvocato vicentino Antonio Salviati: vogliono costituire una società per produrre smalti in vetro per mosaici. Salviati coglie nel loro progetto grandi potenzialità imprenditoriali: chiede e ottiene di entrare in società, dopo poco liquida il Candiani e assume la direzione dell’impresa. La novità che Salviati porta nella timida e frammentata imprenditoria muranese dell’epoca consiste principalmente nell’aggiornare i termini del marketing, mettendo al centro non la produzione ma il mercato. Non più, quindi, “prima” produrre e “poi” tentare di vendere, ma “prima” monitorare le esigenze della potenziale clientela e produrre “poi” in funzione di queste. Una strategia che applica sul mercato locale, nazionale e internazionale, trasferendosi a Londra, ove apre un negozio in pieno centro, pubblica opuscoli in inglese, tiene conferenze e trova soci di capitale. In breve tempo tutta Murano, direttamente o indirettamente, produce per lui, che porta in giro per le esposizioni mondiali i vetri più belli, più leggeri, più colorati e più virtuosistici mai apparsi sul mercato, ottenendo un successo fino a oggi ineguagliato.

Il caso vuole che a Murano, negli stessi anni, operi Vincenzo Zanetti (1824-1883), abate, infaticabile studioso, innamorato dell’isola, della sua storia e della sua gente. Con l’aiuto del farmacista e sindaco Antonio Colleoni fonda il 7 ottobre 1861 il Museo di Murano, concentrandosi più sulla raccolta di documenti e testimonianze che sulla raccolta di vetri antichi, e instaurando da subito una buona e fruttuosa collaborazione con le industrie vetrarie. Salviati stesso discute con loro molti aspetti del suo progetto imprenditoriale, ricevendone aiuto e incoraggiamento.

Il terzo passo necessario per una completa e solida rinascita è l’apertura della “scuola festiva di disegno per gli artieri annessa al museo” aperta dall’abate Zanetti nel 1862 per insegnare ai pur abili artigiani la tecnica del disegno, così da allargare le loro conoscenze storiche e stilistiche, trovare nuovi modelli, raffinare l’uso degli elementi decorativi e l’equilibrio delle forme.

Venezia e Murano tornano così a essere, dopo quasi un secolo di oblio, il centro della bellezza, dell’eleganza e dello stile alla moda.